martedì 12 maggio 2015

Robinia, antipatica ma non troppo

Dedico il mio primo post a una pianta che non riscuote molto la mia simpatia, salvo che in questo periodo dell'anno.
Si tratta della Robinia pseudoacacia, che in piemontese si chiama "garsìa".
La robinia non è un albero autoctono, infatti, è originario della parte orientale degli Stati Uniti, la prima robinia europea nacque a Parigi intorno al 1600, dai semi piantati nel suo giardino da Jean Robin, giardiniere e speziale di Enrico IV.
Nel 1636 Vespasien Robin, succeduto al padre, trapiantò nel Jardin des Plantes una delle robinie allevate da suo padre. Da questo primo esemplare ebbero origine tutte le innumerevoli robinie sparse per l'Europa.
Nella Pianura Padana si è espansa a partire dal 1785, è una specie molto invadente, anche se, col tempo, tende ad essere eliminata dalla concorrenza di altre specie, anche perché non è molto longeva, arriva a circa 70 anni di vita.
Nel nord Italia la si trova fino a 1000 m di altitudine, anche se a Courmayeur c'era un esemplare che è stato abbattuto da poco, poiché malato era diventato pericoloso.

La mia antipatia deriva proprio dalla sua invadenza, essendo una specie a rapido accrescimento riesce a soppiantare le piante autoctone, in particolar modo delle zone riparie abbandonate dalla cura dell'uomo. 
Forma boschetti abbastanza fitti con una ridotta varietà di altre specie arboree e un'ancora più ridotta varietà di specie erbacee, in cui bisogna aggirarsi con cautela, perché sul tronco ci sono delle grosse spine.
La Robinia si riconosce facilmente, sia dalle foglie che sono composte da foglioline tenere di colore verde chiaro, sia dalla corteccia grigio verde, ma soprattutto, in questo periodo dell'anno per i suoi fiori, bianchi che pendono a grappoli dai rami.

Un giardino di libri foglie e fiori robinia


Un giardino di libri corteccia robinia

E sono proprio i suoi fiori a piacermi, sono molto profumati, le api ne sono ghiotte e se ne ricava un miele, detto d'acacia, di gusto lieve, ottimo con le tisane poiché non ne copre il sapore.
Con i fiori si fanno anche ottime frittelle di cui sono ghiotta, il mio fidanzato, è lui il cuoco di casa, li cucina così:
Prepara una pastella mescolando la farina con acqua frizzante e un pizzico di sale, aggiunge cubetti di ghiaccio e ripone in frigo per una mezz'oretta.
Intinge i fiori che io ho lavato e asciugato usando la centrifuga per l'insalata, nell'olio bollente.
Il contrasto tra il freddo del ghiaccio e l'olio accelera la cottura ottenendo un fritto più leggero. 
Una spolverata di zucchero e buon appetito!

Un giardino di libri ricetta robinia



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