giovedì 28 maggio 2015

Peonia, rosa senza spine

Chi pratica giardinaggio sa bene che è importante imparare l'arte della pazienza, non si può avere tutto e subito, ma ci va tempo per ottenere i risultati desiderati.
A me la pazienza la sta insegnando una peonia.
L'ho presa lo scorso autunno dal giardino di mio papà, la casa era stata messa in vendita e ho cercato di salvare qualche pianta.
Ho abbandonato i pezzi di radice recuperati in un vaso per tutto l'inverno e li ho messi a dimora verso marzo. 
Ho atteso con trepidazione che la pianta si sviluppasse e che producesse i fiori. 
Il bocciolo ci ha messo qualche settimana ad aumentare di dimensione e finalmente è sbocciato, uno solo... 

Un giardino di libri peonia 1

Un giardino di libri peonia 2

Pazienza, l'anno prossimo potrò ammirare tanti fiori e qualcuno lo taglierò per metterlo in vaso, come facevo quando era ancora nel giardino dei miei genitori.
Per ora mi limito a guardare con un pizzico di invidia le peonie dei giardini vicini che esplicano tutta la loro bellezza nell'indifferenza dei proprietari, infatti sono tutte relegate in un angolo del giardino e poco valorizzate!
Peccato perché, pur avendo una fioritura breve, la peonia esalta ogni giardino, anche per la bellezza delle sue foglie.
Vita Sackville West nel suo "Del giardino" fa un elenco delle sue virtù: è una pianta di lunga vita e cresce bene se lasciata indisturbata, le piace la mezzombra e tollera un terreno alcalino.
Il segreto per le peonie erbacee è di piantarle molto in superficie e di concimare le radici.

Dietro la peonia si cela anche una bella leggenda.
Quando Eracle scese negli inferi per catturare Cerbero, ferì Ade, il dio dell'Oltretomba, al suo capezzale accorse Peone, figlio di Asclepio, il dio della medicina.
Peone fece così bene il suo lavoro che il padre provò una feroce invidia, allora Ade salvò Peone mutandolo in un fiore bellissimo, la peonia, la rosa senza spine.
Essendo una pianta legata a un medico, si pensava che avesse proprietà curative, addirittura che servisse a curare dalla follia e dall'epilessia.
Ai bambini si mettevano al collo collane fatte con i suoi semi per alleviare i dolori della dentizione.
Fu anche considerata essenza astrale della seconda decade del segno dei Pesci i cui nati, portandola su di loro sarebbero protetti dall'invidia.
Nell'antica Cina e in Giappone possedere peonie era privilegio della famiglia imperiale e dei mandarini, ancora oggi è simbolo di nobiltà e raffinatezza.
Nel linguaggio dell'amore rappresenta vergogna e timidezza, strano per un fiore così opulento.

Comunque quest'anno ho potuto riempirmi gli occhi di bellissime peonie allo stand del Vivaio delle Commande durante la "Tre giorni per il giardino" che si tiene ogni anno a Masino ai primi di maggio.
Avrei voluto fotografarle tutte, ho immortalato quelle che mi hanno attirata di più.

Un giardino di libri vivai commande

Bibliografia: 
Vita Sackville West Del giardino - Coltivare un giardino come si coltiva la vita. Ed. Rizzoli
Alfredo Cattabiani Florario - Miti, leggende e simboli di fiori e piante. Oscar saggi Mondadori

P.S. questo post è dedicato a un'amica che ama le peonie quasi più di me



mercoledì 20 maggio 2015

Sognavano un giardino pieno di rose

C'erano una volta due fidanzati che passeggiavano a braccetto (non me li vedo che si tenevano per mano) per le viuzze strette e ripide della collina di Torino.
Ammiravano le ville con bellissimi parchi e giardini e lui le promise che un giorno anche loro avrebbero avuto una casa con un giardino pieno di rose.
Anni e tre figlie dopo il sogno si realizzò.
Fecero costruire una villetta in campagna e iniziarono a riempire il giardino, poco più di mille metri quadri, di rose, oltre cento varietà!
Rose a cespuglio, ad alberello, rampicanti, prostrate, rose moderne, rose galliche e rose fortemente volute, come la "Chapeau de Napoléon", una varietà di rugosa il cui bocciolo ricorda il copricapo tipico dell'imperatore francese.
Con che orgoglio lui preparava mazzi di rose da dare alle figlie per abbellire le loro case, ma la prima che sbocciava era sempre per la sua amata, anche quando lei andò avanti per prima...

Un giardino di libri rosa 1

Un giardino di libri rosa papà

La rosa in letteratura e nella tradizione è considerata la regina dei fiori, come ci ricorda Serena Dandini nel suo bel libro "Dai diamanti non nasce niente- storie di vita e di giardini", fu simbolo di tanti eventi storici, una rosa bianca contro una rossa nella guerra delle due rose che vide contrapposti i casati degli York e dei Lancaster che finì con un matrimonio riparatore e con una rosa screziata che simboleggiò la pace ritrovata.
La Dandini racconta un'altra bella storia, la vera rosa della pace è giallo avorio con sfumature rosa sul bordo dei petali, in Italia si chiama "Gioia", in Francia "Madame Meilland" e in America "Peace". Questa rosa è stata brevettata durante la Seconda guerra mondiale dalla ditta Meilland che la esportò clandestinamente in Europa e nel resto del mondo, in ogni paese venne ribattezzata con nomi diversi per non rivelarne l'origine straniera.
Il 29 aprile 1945, giorno scelto per la presentazione di questa varietà in America, cadeva la città di Berlino, così la rosa di Meilland divenne simbolo di pace e fu offerta a tutti i delegati delle Nazioni Unite.
Un altro bellissimo libro che fa parte della mia libreria è "Il linguaggio dei fiori" di Laura Peroni e tavole di Marilena Pistoia. Anche qui ci sono storie bellissime legate alle rose che ci dicono che a questo fiore sono legati molti sentimenti, tra i più appassionati, come la dolcezza, il dolore, la gioia, la gloria e l'umiltà, ma soprattutto la bellezza.

Tutto vero, ma per me la rosa in tutte le sue varietà e sfumature simboleggerà sempre il sogno  realizzato di due giovani innamorati...
Ciao Papà

Un giardino di libri rosa 2












martedì 12 maggio 2015

Robinia, antipatica ma non troppo

Dedico il mio primo post a una pianta che non riscuote molto la mia simpatia, salvo che in questo periodo dell'anno.
Si tratta della Robinia pseudoacacia, che in piemontese si chiama "garsìa".
La robinia non è un albero autoctono, infatti, è originario della parte orientale degli Stati Uniti, la prima robinia europea nacque a Parigi intorno al 1600, dai semi piantati nel suo giardino da Jean Robin, giardiniere e speziale di Enrico IV.
Nel 1636 Vespasien Robin, succeduto al padre, trapiantò nel Jardin des Plantes una delle robinie allevate da suo padre. Da questo primo esemplare ebbero origine tutte le innumerevoli robinie sparse per l'Europa.
Nella Pianura Padana si è espansa a partire dal 1785, è una specie molto invadente, anche se, col tempo, tende ad essere eliminata dalla concorrenza di altre specie, anche perché non è molto longeva, arriva a circa 70 anni di vita.
Nel nord Italia la si trova fino a 1000 m di altitudine, anche se a Courmayeur c'era un esemplare che è stato abbattuto da poco, poiché malato era diventato pericoloso.

La mia antipatia deriva proprio dalla sua invadenza, essendo una specie a rapido accrescimento riesce a soppiantare le piante autoctone, in particolar modo delle zone riparie abbandonate dalla cura dell'uomo. 
Forma boschetti abbastanza fitti con una ridotta varietà di altre specie arboree e un'ancora più ridotta varietà di specie erbacee, in cui bisogna aggirarsi con cautela, perché sul tronco ci sono delle grosse spine.
La Robinia si riconosce facilmente, sia dalle foglie che sono composte da foglioline tenere di colore verde chiaro, sia dalla corteccia grigio verde, ma soprattutto, in questo periodo dell'anno per i suoi fiori, bianchi che pendono a grappoli dai rami.

Un giardino di libri foglie e fiori robinia


Un giardino di libri corteccia robinia

E sono proprio i suoi fiori a piacermi, sono molto profumati, le api ne sono ghiotte e se ne ricava un miele, detto d'acacia, di gusto lieve, ottimo con le tisane poiché non ne copre il sapore.
Con i fiori si fanno anche ottime frittelle di cui sono ghiotta, il mio fidanzato, è lui il cuoco di casa, li cucina così:
Prepara una pastella mescolando la farina con acqua frizzante e un pizzico di sale, aggiunge cubetti di ghiaccio e ripone in frigo per una mezz'oretta.
Intinge i fiori che io ho lavato e asciugato usando la centrifuga per l'insalata, nell'olio bollente.
Il contrasto tra il freddo del ghiaccio e l'olio accelera la cottura ottenendo un fritto più leggero. 
Una spolverata di zucchero e buon appetito!

Un giardino di libri ricetta robinia



venerdì 8 maggio 2015

Mi presento

Mi presento

Mi chiamo Cristina e col mio fidanzato abito a Luserna San Giovanni, in Val Pellice.
Una bellissima (almeno per me) valle nel sud della provincia di Torino.
A giugno dell'anno scorso ci siamo trasferiti nella nostra nuova casa dove abbiamo un cortile con tre piccole aiuole che stiamo riempiendo di fiori, siamo riusciti a anche a farci stare un piccolo laghetto!
Per fortuna anche al fidanzato piacciono le piante, perché io non potrei proprio vivere senza.

L'amore per le piante mi è stato trasmesso da mia mamma.
Fin da piccola mi portava con lei in lunghe passeggiate in montagna e mi insegnava il nome dei fiori e degli alberi, avevamo anche un erbario che purtroppo è andato perso.
Quando finalmente andammo a vivere in una casa con giardino potemmo dare libero sfogo alla nostra passione.

Oltre alla passione per le piante ho anche quella per i libri, sono sempre stata un'avida lettrice e quando facevo le medie ho trovato nella libreria di casa "Il Barone Rampante" di Italo Calvino.
Questo libro mi aprì un mondo!
Fu un attimo ritrovarmi con Cosimo a saltare da un albero all'altro e a vivere le sue avventure e quanti pianti mi sono fatta alla fine del libro quando realizzai che Cosimo era invecchiato mentre io ero ancora una ragazzina.
Il Barone  Rampante mi ha regalato una nuova visione del mondo vegetale e forse è stata la spinta che mi ha portata a studiare Scienze Forestali.
Negli anni ho accumulato alcuni libri che parlano di piante, in questo blog te ne parlerò insieme alle piante che più mi piacciono.

Un giardino di libri barone rampante

P.S. non lontano da casa mia c'è Strada Vallombrosa, sarà un segno del destino?